disfunzione

jongyu • au, humor, pwp, crack.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. skehe‚
     
    .

    User deleted


    nome: disfunzione.
    autore: me.
    genere: comico, erotico.
    rating: nc17.
    avvisi: linguaggio, sesso descritto.
    pairing: Jongyu (aka jonghyun/jinki)
    note: fanfiction scritta con la mia migliore amica in cui abbiamo mescolato un po' il culto del programma "malattie imbarazzanti" con la nostra pairing preferita (anche perché quasi nessuno scrive della jongyu) e con del sano smut che non fa mai male. l'intento è quello di far ridere mentre si pensa a due bei coreani che fanno sesso tra loro, siete avvisati. io scrivo per lo più fanfiction in inglese e questa verrà tradotta, ma per ora la posto qui in lingua originale perché è carina e mi fa ridere. spero di non disturbarvi con i miei temi spinti. enjoy.

    --- anche su efp, folio, livejournal.

    ______________________



    Jonghyun uscì dallo studio del suo medico per la sesta volta quella settimana. Era stata una lunga visita, ma il dottore gli aveva detto quello che lui già sapeva: era malato. Certo, la sua malattia non era una di quelle che ti riducono in fin di vita o che ti logorano la pelle fino a renderti un morto che cammina. In effetti, Jonghyun non era neanche sicuro si potesse chiamare propriamente malattia, era più un disturbo cominciato quando aveva passato un anno intero in un monastero per aspiranti preti per volere di suo padre. Ben presto, egli si rese conto di essere un ragazzo ribelle e abbandonò il monastero, casa sua e ripulì il suo conto in banca. Quei soldi fruttarono e comprò una meravigliosa villa in uno dei posti più in della Corea. Era un uomo felice, ma proprio nel momento della felicità più assoluta egli si ritrovò a fare i conti con un disagio imprevisto che si trasformò in una patologia cronica degna di un intero circo di fenomeni da baraccone. Bene, la sua malattia avrebbe affascinato tutti gli uomini del pianeta e attirato tutte le femmine.. di ogni specie animale, ma per quanto potesse sembrare una cosa buona, Jonghyun doveva spesso rinunciare alle piccole cose che una persona normale fa e che non apprezza abbastanza. Era un'arma a doppio taglio, la malattia, e se l'avesse raccontata a qualcuno quel qualcuno si sarebbe messo a ridere fino all'era dei tempi, ma intanto restava un reale problema. Qual era la sua prognosi? Beh, Jonghyun soffriva di una raro caso di disfunzione erettile, ma non quella che colpisce il 99% degli uomini in tarda età, bensì quella che colpisce un caso su un milione ogni vent'anni: Jonghyun aveva un'erezione ogni volta che pensava al suo pene, il che è tutto dire conoscendo l'esorbitante numero di volte che un uomo medio pensa ai suoi gioielli di famiglia.

    Fortunatamente, quella mattina, il medico aveva trovato un modo per calmare le bollenti giornate dell'aitante uomo d'affari, un modo che si riassumeva in tre semplici regole: primo, sarebbe stato meglio per Jonghyun evitare film spinti durante la giornata e soprattutto fissare per troppo tempo un buco nel muro o un semplice intarsio rotondo nel legno del suo parquet, la sola memoria di qualcosa dove infilare l'arnese era pressoché devastante; secondo, sarebbe stato consigliabile farsi una sega prima di uscire per un incontro di lavoro, sarebbe rimasto tranquillo per qualche ora, e indossare pantaloni molto stretti ma non attillati sul pacco; terzo, le inevitabili pillole costose che dovevano abbassare il desiderio sessuale, ma queste erano ancora in fase di sperimentazione e Jonghyun aveva dimostrato più volte di essere a prova di qualsiasi medicina disponibile in commercio e non, quindi a volte funzionavano a volte no. Di certo il medico si preoccupò di dirgli di non pensare di evitare i pensiero sul pene o sul sesso, altrimenti nello stesso istante in cui Jonghyun si sarebbe imposto di non pensare, l'avrebbe pensato e sarebbe successo l'irreparabile. Un po' come accadeva ogni volta che si sbatteva un dipendente, non appena veniva si eccitava nuovamente. Era un ciclo senza fine, ma nessuno dei suoi amanti si lamentava, questo prima di vederlo scappare a gambe levate dal letto e affrettarsi a scusarsi. Servono altri motivi per dire che non aveva mai avuto una relazione stabile?







    Un giorno, mentre stava potando le sue bellissime siepi in giardino, Jonghyun si rese conto di aver dimenticato le chiavi all'interno della casa. Mosso dall'inspiegabile voglia di andare a costatare con certezza quanto fosse stupido, egli si fiondò alla porta di casa e comprese di essere rimasto fuori. Nonostante non facesse poi così caldo, Jonghyun aveva la malata abitudine di accedere i condizionatori anche quando non ce n'era bisogno. Egli asseriva che una temperatura sui 23°C lo aiutava a tenere a bada il suo piccolo grande amico. A questo proposito, egli aveva sempre le finestre chiuse e non c'era alcun modo di scassinarle data la quantità di denaro che aveva investito nel renderle a prova di ladro. L'unica soluzione sembrava fracassare la porta, ma non aveva nessun pezzo di ferro da usare. Frustrato dalla sua stupidità, si diede del “gran cazzone” e qualcosa dentro di lui lo spinse a maledirsi ancora di più dopo aver realizzato quello che aveva appena pensato. Iniziò a sudare. Non poteva avere un'erezione proprio davanti a tutti, fuori alla sua porta di casa, né tanto meno poteva soddisfarsi davanti ai bambini che giocavano nel vialetto comune.

    Il tempo passava e Jonghyun si ritrovò a non poter neanche chiamare qualcuno poiché il telefono era rimasto dentro, non metteva mai il cellulare in tasca per paura delle radiazioni (era un tipo po' fissato con la salute, lo sport, la palestra e la dieta per trasgredire in un così orribile modo) quindi rimase per un bel po' fuori la porta, la schiena poggiata al legno mentre si trastullava la mente in cerca di qualche geniale idea. Ma l'idea non venne e Jonghyun sapeva che di lì a poco qualcosa sarebbe accaduto tra i suoi pantaloni. Si maledì per non essersi messo uno di quei suoi jeans pesanti, avrebbero di certo mascherato il peggio, ma per sua sfortuna quella mattina, preso dalle 100 sessioni di addominali, si era dato l'opportunità di indossare un glorioso paio di shorts morbidi che lo rendevano un po' troppo gay, ma dopotutto non se ne interessò e con quegli stessi shorts era andato in giardino a giocare al piccolo giardiniere. “Che vita di merda” pensò mentre sentiva qualcosa prendere forma nelle regioni più basse. Non aveva il telefono, non aveva un cacciavite, insomma non poteva né irrompere in casa né chiamare aiuto, ma un pensiero intelligente gli passò per la mente mentre il sangue continuava a fluire al suo pene donandogli nuova vita: il suo vicino avrebbe avuto di sicuro un telefono o almeno un piede di porco per sfondare la porta.

    C'era solo un problema a quel punto: il suo vicino era un gran pezzo di gnocco, come ci si aspetta da un promettente pompiere. Addominale scolpito, muscoli di ferro e inevitabilmente un bestione chiuso in quella tuta sporca di fuliggine e mezza bruciacchiata che Jonghyun gli vedeva sempre addosso mentre il vicino era intento a rientrare a casa dopo il lavoro. Jonghyun ingoiò la saliva e si diresse a piccoli passi verso la casa bianca che affiancava la sua. Il cancelletto era aperto dunque si avviò direttamente verso la porta di casa e bussò. Non vi fu nessuna risposta così bussò nuovamente, ma la casa non dava nessun segno di vita.

    Quando stava per arrendersi, sentì una voce urlare “un secondo” seguita poi da alcuni passi che si fecero man mano sempre più vicini. Il pomello girò e la porta si aprì. I suoi occhi si sgranarono al primo colpo, serrò le labbra immediatamente altrimenti un fiotto di saliva avrebbe percorso le sue labbra fino al mento. Jinki era lì, un asciugamano verde menta in vita, troppo piccolo per coprire tutto ma troppo grande per scoprire quella che Jonghyun reputava “la bestia”, capelli gocciolanti e sorriso mozzafiato. Jonghyun seguì il percorso di una gocciolina che scese lungo la guancia per finire sotto il collo, ma la rivide nuovamente sul petto, girare attorno all'ombelico e morire nell'asciugamano stretto alla buona in vita. Voleva essere una goccia, una fottutissima goccia.

    “Ehi Jjong, cosa ci fai qui?”

    La voce del suo vicino gli sembrò una melodia erotica, ma egli stesso pensò che forse era solo la sua immaginazione o con più precisione, l'erezione prominente che spingeva contro le pareti dei boxer.

    “Jonghyun.. qualcosa non va?” domandò Jinki quando vide lo sguardo dell'uomo fuori la sua porta perso nel vuoto.

    Un po' perplesso Jonghyun abbozzò un sorriso rassicurante mentre con le gambe cercava di coprire il motivo di tanta pelle d'oca, stringendo il motivo del suo imbarazzo. Jinki sembrava non essersene accorto, ma d'altronde l'uomo era famoso per la sua immatura spigliatezza, soprattutto quando si trattava di vedere al di là dell'apparenza e cose del genere. Quest'ultimo sembrava non essersi neanche accorto di provocare un certo fascino con l'asciugamano legato in vita e Jonghyun non poteva di certo negare che spesso, quando arrivava il momento di mettere a tacere i suoi bisogni sessuali, pensava alla persona che viveva a pochi passi da casa sua. Ora però era differente, Jonghyun sentiva il gonfiore tra le sue gambe incrementare e la voglia sempre più forte di sbattere Jinki al muro lo stava divorando. Ma come poteva? Non è che la vita è come nei film porno. Egli sarebbe finito sicuramente in carcere o peggio, Jinki lo avrebbe malmenato fino allo svenimento.

    La voce dell'uomo alla porta lo distolse nuovamente dai suoi pensieri, ma ciò che lo riportò davvero alla realtà fu una mano calda e leggermente umida poggiata sulla sua spalla. D'istinto Jognhyun alzò lo sguardo, che non si era accorto di aver indirizzato al suolo di cemento, e si ritrovò due occhi curiosi a scrutarlo.

    “Hey amico, è successo qualcosa?”

    Questa volta Jonghyun si impose di rispondere e l'unica cosa che disse fu: “sono rimasto fuori casa, non è che.. hai un piede di porco o un giravite?” Ogni parola era pronunciata con cautela, quasi per paura di suscitare un movimento indesiderato tra le sue gambe.

    “Dovrei avere qualcosa che fa al caso tuo, vieni, entra pure. Dovremmo scavare un po' in garage ma sono sicuro che troveremo qualcosa.”

    Mai parole furono più pericolose per la sua psiche. Ovviamente considerato il fatto che la sua psiche in quel momento era situata nelle sue mutande.

    Jonghyun seguì Jinki e la scia di acqua sul pavimento. L'unica cosa a cui riusciva a pensare era di mettere una mano sulla natica soda di Jinki e di strappargli l'asciugamano dalla vita, ma poi quest'ultimo si fermò.

    “Devo prendere le chiavi del garage” disse e gli sorrise.

    Ogni sorriso era una fitta al suo pene. Oramai era diventato talmente grosso che era difficile per Jinki non notarlo, ma come già detto, il pompiere non era poi così sveglio.

    Jinki si avvicinò ad un mobiletto di legno scuro ed aprì la porticina. Vi erano una serie di appendini con chiave annessa, sopra ognuno di essi una targhetta 'garage' era la seconda in alto, a destra. Per arrivarci, Jinki si alzò sulle punte e mise una mano sul tavolino che si trovava sotto di lui per reggersi.

    “Aspetta ti aiuto io.” improvvisò Jonghyun che era cretino come al solito e che come al solito sfidava sempre la sorte più nera.

    Si diresse verso l'uomo in asciugamano e mise una mano sul tavolino per reggerlo, mosse l'altra mano che doveva raggiungere l'altro estremo del mobile ma schioccò sulla chiappa di Jinki per sbaglio (se per sbaglio significava aver pensato a quel momento per tutto il tempo passato in quella casa). A quel punto Jinki si girò di scatto e Jonghyun tolse immediatamente entrambe le mani, il tavolino si mosse terribilmente e anche il vaso che vi era poggiato sopra. Jinki guardò per pochissimo l'altro, ma si mosse tempestivo per mantenere il vaso ormai già in frantumi. Nel farlo l'asciugamano, traballante già di suo, cadde dai suoi fianchi ed inevitabilmente le palle degli occhi di Jonghyun si soffermarono su altrettante due palle di Jinki, ma non erano quelle degli occhi.

    “Uhm.. scusa io..” Jonghyun disse soffocando un respiro profondo.

    Jinki rimase impalato per un po', osservando l'asciugamano che oramai giaceva ai suoi piedi, ma ben presto diresse un sorriso innocente a Jonghyun e si affrettò a riannodarsi l'asciugamano in vita con disinvoltura, cercando di scacciare l'imbarazzo e di ricomporre un'atmosfera di decenza tra i due. Questo sarebbe potuto davvero accadere se non fosse che Jinki, per prendere l'asciugamano da terra, senza pensarci troppo a dire la verità (e questo di certo non meraviglia), si chinò in avanti piegando leggermente le gambe per accompagnare il movimento. Jonghyun, dall'alto della sua sofferenza, le guance un po' rosse e sudate, le gambe leggermente divaricate per mettere in agio l'ingombrante erezione, si ritrovò faccia a faccia con una marmorea visione: le natiche dell'uomo davanti a lui si tesero nel momento in cui quest'ultimo si chinò e Jonghyun non seppe trattenersi dall'avvicinarsi piano piano a quell'invitante pezzo di carne. In realtà, non era propriamente lui a muoversi, ma a spingerlo era sempre quell'incredibile istinto da predatore che gli nasceva dalla base del pene e che si propagava sotto forma di formicolio lungo tutta la lunghezza.

    Fatto sta che senza neanche rendersene conto egli si ritrovò a due centimetri dal culo di Jinki che ritornò normale dopo che egli si era alzato, intento ad allacciarsi l'asciugamano in modo più efficace. Ma quando quest'ultimo si spostò un po' dal tavolino per ritentare di prendere le chiavi, non poté fare a meno di sentire qualcosa di molto duro e grande spingere sulle sue natiche. Jinki si girò, intento a scrutare cosa poteva aver toccato muovendosi, ma gli occhi gli si sgranarono comicamente quando quello che aveva dietro non era altri che Jonghyun. Beh, suppose fosse Jonghyun all'inizio, poiché nel girarsi non vide altro che un enorme forma fallica premergli contro il sedere, ma quando alzò lo sguardo oltre la sua spalla, non trovò occhi titubanti, né quelli stressati e persi di pochi istanti prima, bensì due occhi neri di lussuria pronti a divorarlo.

    “J-jong che diamine..”

    Jinki non terminò la frase. Si ritrovò una mano tra le cosce, una lingua umida nel suo orecchio e delle parole sussurrate sulla sua pelle.

    “J-jinki.. ti voglio..''

    Improvvisamente, tutto quello che Jinki non aveva notato o aveva messo da parte nella sua mente, troppo intento a pensare che mai si sarebbe presentata una situazione simile, si chiarificò davanti ai suoi occhi. In pochi istanti ripercorse il momento in cui Jonghyun aveva bussato alla porta e i suoi occhi erano caduti sul rigonfiamento tra le sue gambe. Ma Jinki non ci aveva fatto tanto caso, sbadato com'era.

    “Jong.. io.. non posso.." disse con difficoltà Jinki, incastrato tra il tavolino e il suo vicino, il suo retto ancora spremuto contro il pacco ardente di Jonghyun.

    L'uomo dietro di lui gli respirava sul collo, l'aria calda gli faceva venire la pelle d'oca e lo eccitava sempre di più, il suo pene diventava un arco irregolare mentre Jonghyun lo teneva saldo a sé. Ben presto l'asciugamano fu rimossa.

    “Ti prego.. Jinki. Io.. ti prego.." Jonghyun si ritrovò a pregarlo con la voce rotta dalla necessità, le labbra poggiate sulla quarta vertebra di quel vicino tanto sexy quanto maledettamente impacciato. “Io.. non resisto.."

    Jinki istintivamente si mosse all'indietro, preso dall'inspiegabile frenesia che l'uomo dietro di lui gli provocava con le sole parole e Jonghyun lasciò che un sospiro carico di lussuria lasciasse le sue labbra, mentre le sue mani viaggiavano suoi fianchi del suo amico, su e giù, fin quanto una di queste non catturò i testicoli tesi di Jinki.

    “Jong..” gli occhi di Jinki si chiusero al solo contatto.

    “Jinki.. ti prego..” Jonghyun piagnucolò ancora, massaggiando con la mano rimasta libera la sua erezione che non faceva altro che ricordargli quanto miserabile era, mentre chiedeva al suo amico e vicino di farsi strapazzare un po'. Dopotutto rimaneva una proposta indecente, nonostante Jinki sembrava non averlo ancora picchiato e nonostante Jonghyun non si era vergognato di chiedere. Ma c'era qualcosa nell'aria, qualcosa che spinse i due uomini a rischiare insieme e a lasciarsi trascinare dall'inevitabile casualità. In quel momento non ci pensarono, Jonghyun in primis si lasciò cullare dai suoi bisogni che si rivelarono ben presto essere compatibili con quelli di Jinki.

    “Jonghyun.. i-io non so.. se..”

    Jonghyun poteva sentire la titubanza nelle parole appena accennate di Jinki, ma preso da una smania incontrollabile, egli lasciò che la parte alta del suo pene uscisse dai pantaloncini e toccasse lo spazio tra le natiche di Jinki. Quest'ultimo non ebbe più esitazioni.

    “Jong.. cazzo, scopami, presto..” disse frettolosamente, un po' sfatto e già sfinito dalla tentazione e dalla resa solenne. Jonghyun rimase basito, ma abbozzò un sorrisetto compiaciuto mentre con calma lasciava scie di saliva sul collo di Jinki, dall'orecchio alla spalla mentre l'uomo respirava affannosamente, eccitato dalla posizione e dal modo in cui Jonghyun lo manteneva fermo.

    In poco tempo, la mano che si trovava tra le gambe di Jinki, si spostò sulle sue labbra, tre dita spingevano per entrare e Jinki non oppose tanta resistenza quando le fagocitò con azzardo ed esperienza. L'altra mano di Jonghyun si fece spazio tra i suoi addominali e la schiena dell'uomo davanti a lui, applicando una leggera pressione per far sì che Jinki si piegasse in avanti. Pian piano, quest'ultimo si stese sul tavolino dinanzi a lui, ancora intento a rivestire le dita con la sua saliva, mentre un massaggio lungo la schiena lo accompagnava a distendersi sulla superficie di legno.

    Ben presto, quei polpastrelli roventi lasciarono il corpo di Jinki. Egli entrò in panico non sentendo più nessuna pressione sulla sua pelle, ma non fece neanche in tempo a girarsi quando Jonghyun lo penetrò con un dito, un'espressione da pervertito sulla faccia e l'altra mano sulla coscia carnosa dell'uomo.

    “Jinki.. non avresti dovuto lasciarmelo fare..” sussurrò poi tra un morso e l'altro, mentre un altro dito si univa al primo e la sua bocca lasciava segni sulla pelle delle gambe. Jonghyun sapeva che sarebbe stato impossibile fermarsi.

    Jinki iniziò a tremare, un po' per la frase che aveva appena raggiunto le sue orecchie, un po' dalla voglia di prendere il pene di jonghyun e ficcarselo nel didietro nel minor tempo possibile, ma Jonghyun guidava il gioco e lui non aveva abbastanza forza per prendere le redini della situazione, soprattutto quando le dita di Jonghyun iniziarono una danza ad un ritmo incalzante, fuori e dentro, fuori e dentro, allungando e stirando le pareti di Jinki che si chiudevano a riccio per l'intrusione.

    “Diamine.. Jonghyun.. smettila con questo dito..” Jinki non ce la faceva più, lo stava torturando.

    Nonostante i gemiti insistenti dell'uomo steso sul tavolino, Jonghyun si prese tutto il tempo per prepararlo mentre lo accarezzava ovunque e faceva suo ogni lembo di pelle chiara. Jinki odorava di bagnoschiuma, la schiena era leggermente inumidita dal sudore e il tremolio del sue braccia che supportavano il resto del corpo sul tavolo non smettevano di eccitare Jonghyun minuto dopo minuto.

    Dopo aver aggiunto il terzo dito, Jonghyun non poté più resistere all'urgente bisogno di seppellire il suo pene in quell'invitante e roseo buco. Così, si alzò e rimosse le dita da Jinki che per l'improvvisa mancanza rilasciò un gemito di sconforto.

    “Pregami di fotterti.”

    Non era una mossa astuta considerando che Jonghyun era quello che ci avrebbe rimesso se Jinki non avesse acconsentito al gioco. Ma Jinki sembrava così voglioso e bisognoso che fu irrefrenabile la voglia di farsi pregare. Dopotutto Jonghyun amava quando gli si sottomettevano, era il suo riscatto nella vita per essere stato chiamato “sporco nano” alle elementari. Serbava ancora rancore.

    “Pregami.” ripeté. Jinki lo guardò altre la sua spalla, la bocca semi spalancata a significare una resa imminente.

    Fu in quel momento di assoluta attesa che Jonghyun alzò leggermente Jinki dal tavolino e lo portò alle sue labbra, assaporando il sapore della sua bocca e la morbidezza delle sue guance sotto il suo tocco. Si scambiarono un bacio appassionato che strozzò tutti i gemiti di Jinki mentre Jonghyun iniziava a penetrarlo lentamente, con una raccapricciante lentezza che innervosiva anche lui.

    A quel punto, Jinki non poté fare a meno di urlare dall'interno dei suoi polmoni “cazzo Jonghyun, muoviti!” ma l'uomo non ricevette nessun riscontro, neanche quando in cerca di movimento spinse il suo sedere all'indietro con forza. Jonghyun si era allontanato di proposito.

    “Devi pregarmi.”

    E Jinki si convinse che se voleva venire quel giorno, doveva pregare quel fottutissimo bastardo.

    Con voce roca e bassa, Jinki disse tra i denti che voleva essere preso da dietro con tutta la violenza del mondo, ma Jonghyun finse di non sentire e Jinki, con le lacrime agli occhi e il pene rosso fuoco, dovette urlare come una puttana “Jonghyun fottimi, cazzo, scopami con tutta la forza che hai.” e Jonghyun non poté che sentirsi come un dio del sesso.

    Lo penetrò senza preavviso, tutto d'un tratto, ma Jinki non sembrò lamentarsi, bensì le sue braccia smisero di supportarlo e si ritrovò con il viso spiaccicato sulla superficie del mobile. Jonghyun nel frattempo spintonava con tutta la forza che aveva e un barlume di colpa gli percosse il pensieri quando pensò che forse Jinki aveva sentito non poco dolore. Con quel pensiero, il suo movimento sinuoso e ripetitivo si calmò e lui si chinò sulla schiena di Jinki per abbracciarlo e riempirlo di baci.

    Se fino a quel momento gli occhi di Jinki erano rimasti serrati, ora le sue orbite sembravano trovare un po' di pace mentre lui si faceva coccolare dai baci di Jonghyun lungo tutta la schiena. Pian piano, quella che fino a poco tempo prima era stato un leggero fastidio, si trasformava in un crescente piacere e egli non poté fare a meno di inarcare la schiena quando Jonghyun colpì la sua prostata con vigore.

    Jinki girò la testa e la bocca di Jonghyun fu subito sulla sua. Più si baciavano, più Jonghyun toccava quel glorioso fascio di nervi sensibili, più Jinki inarcava la schiena per incontrare le spinte di Jonghyun più velocemente.

    Presto, Jonghyun sentì il suo orgasmo avanzare e si affrettò a prendere tra le mani il pene di Jinki, che desolato cercava conforto nello strusciarsi contro lo spigolo del tavolo. Iniziò a muovere la sua mano su e giù, stimolando ogni tanto la sommità di quel muscolo bollente.

    Jinki venne rovinosamente sulla sua mano e tutti i suoi muscoli si tesero a tal punto che per Jonghyun risultava sempre più difficile spingere dentro di lui. Eccitato dalla visione di Jinki completamente sfatto e dalla sensazione di soffocamento che il suo pene stava sperimentando, venne anch'egli svuotandosi completamente dentro Jinki.

    I due rimasero a respirare affannosamente per un po', cercando di mantenersi eretti mentre le gambe quasi cedevano e lo sperma scendeva lungo le gambe carnose dell'uomo ancora piegato.

    “Non sapevo ti piacesse prenderlo su per il culo, Jinki.” disse divertito Jonghyun.

    “Già. Pazzesco.” fu l'unica cosa che Jinki riuscì a dire prima che una nuova pressione accanto al suo ano si fece sentire.

    Egli si girò, alzandosi per bene e guardò Jonghyun, il viso dispiaciuto e una nuova erezione tra le gambe.

    “Stai scherzando, vero?”

    Jinki non poté fare a meno di fare il lavoro sporco, trovandosi in ginocchio davanti a Jonghyun. Quello che non sapeva e che ben presto si presentò davanti ai suoi occhi, fu un'irreversibile successione di eventi che egli non si seppe spiegare. Beh, come si può spiegare un'erezione che ricompare a ripetizione? Jonghyun dovette spiegargli inevitabilmente il misfatto, soprattutto quando Jinki si ritrovò per la settima volta seduto sul pene di Jonghyun pregandolo di muoversi più veloce. Jonghyun fu folgorato dalla voglia dell'aitante pompiere e dalla forza d'animo che aveva nel farsi fottere così tante volte senza mai stancarsi.

    Non ci volle molto per capire che Jinki era una specie di ninfomane mascherato da svampito e dolce ragazzo. Rimaneva comunque dolce e svampito, ma era una pantera insaziabile e Jonghyun non si disse poi così dispiaciuto.




    Quel giorno a Jonghyun non servì rientrare in casa perché paradossalmente aveva trovato una vera casa: il culo di Jinki.
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Ciò che ti sta rendendo felice,
    rende me più triste.
    사랑해, 바보 ♥


    Group
    DaBoss
    Posts
    9,725

    Status
    Offline
    Lasciami dire una cosa improtante: ...woh. Solo 'woh'.

    E ora cerco di articolare cosa vuol dire X'D

    Innanzi tutto, ti amo. Ti amo perché qui dentro mancava decisamente qualcosa che non fosse una jongkey o una 2min e la jongyu è un pairing che amo con tutta me stessa. Jonghyun e Jinki insieme sono... jkthlydcifvotkphy. Se capisci cosa intendo LOL Amo questo pairing e amo come l'hai reso. Jinki è il solito sbadato, che alla fine tanto sbadato però non è. Scrivi con un forte umorismo di fondo e allo stesso modo il tuo Jonghyun è giocoso. Un momento prima è imbarazzato e pensoso e si fa le pare mentali per il suo 'problemino', mentre il momento dopo, evidentemente spinto dal suo pene e non più dal suo cervello, si diverte a prendere in giro la sua 'vittima'.

    Inutile dire che tutto l'episodio mi è piaciuto e non poco. La cosa 'stridente' (non in senso negativo) è il rapporto tra i due. Sono vicini, ma un momento si parlano come se fossero amiconi, il momento dopo come se fossero sì vicini, ma completi estranei aparte la conoscenza della collocazione dei rispettivi campanelli. Nonostante questo, nel momento in cui Jonghyun non riesce più a trattenersi, anche l'inibizione di Jinki va a farsi fottere, al che mi viene da pensare che Jonghyun non fosse l'unico ad aver pensato di fare una cosa del genere prima. Quindi Jinki, non prendiamoci in giro, non hai visto l'erezione? Seh. Vai a darla a bere a qualcun'altro u.u

    Detto ciò, il tuo stile non mi dispiace affatto, sei scherzosa e leggera. L'unica cosa che mi urta è l'uso ripetuto dell'egli. Soprattutto nella prima parte. Non so perché ma mi da sempre la sensazione di leggere qualcosa di datato...? 1800 o giù di lì. Oltretutto l'hai abbinato al passato remoto, quindi la sensazione è ancora più forte. Sento un cambio evidente di dinamica tra la prima parte descrittiva e la parte dell'azione; è come se tu fossi passata dal parlare della favola di Cappuccetto Rosso a descrivere un porno? XD Che in effetti può essere una cosa voluta, ma mi lascia un po' perplessa. Ovviamente questo è solo mio gusto personale.

    Per il resto, solo djflrgtikhpoy7lujm.
    :sangokk: :sangokk: :sangokk:

    Ti amo. Punto.

     
    .
  3. skehe‚
     
    .

    User deleted


    Ti ringrazio per il commento. Uhm, allora allora, da dove inizio? Il fatto che non si capisca esattamente il rapporto tra i due è voluto perché l'idea era quella di metter su uno di quei film porno gay in vhs che si vendevano una volta, quelli senza senso che all'inizio hanno un po' di storia ma poi non si sa come i due personaggi finiscono sempre per fare quello che devono fare. Jinki che per tutto il tempo sembra non capire, poi alla fine si rivela essere del tutto conscio della questione, anzi è uno di quegli stereotipi che si danno alle ragazzine negli hentai giapponesi: prima sono tutte carine e sbadate, poi diventano delle fameliche perverse. Che ci sia la componente comica, beh.. non so da dove sia uscita. Immagino che sia data dal fatto che la fanfiction la stavamo scrivendo per noi, però mi sembrava giusto pubblicarla, la situazione è esilarante.

    L'uso dell'egli non piace neanche a me, ma scrivere in italiano è davvero difficile, soprattutto quando il tutto è stato fatto in due ore mentre la mia amica mi dava degli input non proprio casti mentre scrivevo. Perché sembrano due storie diverse nella prima e nella seconda parte? Beh, la mia amica mi ha abbandonata dopo la prima metà, quindi me la sono dovuta sbrigare da sola in poco tempo prima che lei partisse per fargliela leggere. Comunque è un po' confusa, l'abbiamo scritta in due sotto forma di "botta e risposta" su facebook, inutile dire che abbiamo due stili diversi e l'idea di postarla mi sembrava carina dato che è davvero demenziale. Inutile parlare del fatto che ogni volta che scrivo non mi vengono i termini e devo ricorrere al traduttore inglese-italiano che mi fa arrabbiare lmao.

    È la prima volta che scrivo una cosa di questo genere, spesso mi concedo all'angst.
    Rimane comunque una storia demenziale che mi fa ridere come una beota quando viene la parte delle palle degli occhi.

    Grazie mille, spero non ti abbia infastidito troppo l'egli x°
    però se ci pensi, sembra un presa per i fondelli anche quello lmao.
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Ciò che ti sta rendendo felice,
    rende me più triste.
    사랑해, 바보 ♥


    Group
    DaBoss
    Posts
    9,725

    Status
    Offline
    No, anzi! C'è un'atmosfera demenziale ma sexy in un certo senso. Ci sono stereotipi sui porno, ed è una cosa che apprezzo. Si sente la componente sarcastica e umoristica, che rende la storia più leggera e più facile da assimilare. E' molto molto piacevole, davvero.

    Mi stupisco che le cose che ho evidenziato abbiano davvero un perché, invece! D: Credevo fossero solo impressioni mie LOL Dal vostro botta e risposta è venuto fuori qualcosa di buono, concedimelo. Hai fatto bene a postarla!

    CITAZIONE
    Grazie mille, spero non ti abbia infastidito troppo l'egli x°
    però se ci pensi, sembra un presa per i fondelli anche quello lmao.

    Sì, infatti credo che accentui molto questa sensazione ahahah!
     
    .
3 replies since 29/7/2013, 20:29   38 views
  Share  
.